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Scambio di Coppia

Il piatto è servito


di Zindo
14.09.2023    |    20.971    |    16 9.6
"Buon per te: ti troverai il lavoro più difficile già fatto..."
Quest'estate mia moglie Laura ed io abbiamo deciso di trascorrere le ferie estive in maniera diversa dal solito: viverle per riposarci fisicamente e psicologicamente . Di conseguenza abbiamo scartato e località turistiche per evitare la folla, i rumori, le file, gli stress di ogni genere.
Forse abbiamo esagerato nella scelta del luogo per le nostre vacanze: una piccola frazione di un già piccolo paesino appenninico; una ventina di vecchie case in pietra sulle rive di un lago, al centro di una valle ricca di boschi e sentieri.
Tra queste la casa di Andrea ed Anita, in avanzato stato di ristrutturazione. Era in precedenza un antichissimo fabbricato pensato per le esigenze di altri tempi. Ieri Andrea mi ha raccontato la storia di questa casa, che sta risistemando impegnandoci molte risorse economiche. Però sta facendo ottimi lavori, valorizzando tutto quello che c'è di pregevole, per esempio i soffitti a volta con mattoni a vista e ridistribuendo gli spazi non solo per dare alla casa un aspetto moderno e funzionale ma per arrivare a ricavarci non più uno ma due abitazioni.
I lavori di rifinitura devono essere ancora eseguiti, ma il grosso dei lavori è quasi del tutto fatto, tanto che è già ripartita in due distinti alloggi: Andrea e Anita ne occupano uno ed hanno concesso in affitto a me e Laura l'altro. La separazione netta però non è ancora stata fatta, occorrerebbe murare due porte che momentaneamente sono state chiuse (credo a chiave) e nascoste da due mobili: una credenza ed un armadio.
Le porte sono nascoste, però ci sono e Andrea ci ha avvisato di questo, ridendo un poco mentre diceva “Non è che ci possiamo vedere da una parte all'altra e neanche passare se non si spostano i mobili, ma i rumori potrebbero sentirsi, perciò attenti a non far cigolare troppo le reti quando fate certe cose, se non volete essere sentiti, e comunque né io né Anita ci scandalizzeremmo se dovessimo sentire ...tanto che si senta o no, certi piaceri ce li concediamo tutti ...e sono tra le poche cose veramente belle della vita. O no?”
Io non ho trovato parole da dirgli in risposta, ho solo abbozzato un sorriso da persona imbarazzata guardando Laura che ha finto di non aver sentito.
Anita invece ha preso Laura per un braccio dicendole “Vieni con me che ti faccio vedere il resto della casa e non dar retta a quello che dice mio marito. Parla come tutti gli uomini che esagerano nel parlare e scarseggiano nel fare”
Avevano familiarizzato subito le due donne le quali, a pochi minuti dal nostro arrivo, senza essersi mai viste prima, già si davano del tu e parlavano come fossero amiche da tempo.
Io ed Andrea ci abbiamo messo un poco di più, ma non molto. Di primo acchito Andrea mi era sembrato un tipo di quelli capaci di mettere subito a proprio agio le persone che hanno di fronte, con il passare del tempo ho cambiato idea: riesce a metterle in imbarazzo, non a proprio agio.
Di lui ho notato anche la sua propensione ad evidenziare più i lati negativi delle cose che quelli positivi, anche andando contro i suoi interessi. Per esempio se non avesse avuto la fretta di dirci che dietro i mobili c'erano solo porte e non spesse mura, forse io e Laura non ce ne saremmo neppure accorti. Oppure quando Laura, appena arrivati, guardando la valle ed il lago aveva esclamato “Che bello qui, che pace!”, lui aveva detto “Quello che all'arrivo sembra pace, con il passare delle ore cambia nome e diventa noia”
Dopo aveva anche argomentato questa sua affermazione con “Ogni luogo ha un suo prodotto caratteristico, quello di questo posto è la noia. Non c'è niente, neanche un negozio e quelli in paese a volte sono sforniti anche di cose ovvie. Però se vi fidate di me ed accettate i miei consigli, la noia neanche la conoscerete. Conosciamoci un poco meglio prima e poi, quando capirò i vostri gusti, ho una vasta gamma di passatempi piacevoli da proporvi”
Ho scaricato i bagagli, Andrea mi ha aiutato a portarli in casa, appena dentro mi ha detto che dietro la credenza e l'armadio c'erano le porte nascoste. Poi lasciando che fosse Anita ad aiutare Laura mi ha tirato fuori, fatto vedere dove mettere l'auto se volevo tenerla al riparo e mostrandomi il lago mi ha chiesto se mi piace pescare.
“Non è la mia passione, ma potrei provarci. Dovrei procurarmi l'attrezzatura però. Su, al paese si troverà qualcosa?”
“Sta tranquillo, ho io tutto il necessario. Domattina di buon ora usciremo in barca. Devi vederlo dal lago lo spuntare del giorno se vuoi trovare qualcosa di bello in questo posto, e magari prenderemo anche dei pescioloni da portare alle nostre donne. A tua moglie piace il pesce?”
“Non è che ne facciamo un consumo esagerato e di solito non usiamo quello di lago ma di mare”
“Parli di pesce con la lisca? Ma il pesce in generale, mi capisci che pesce? Non mi dire che ne fa un uso limitato. Alle donne il pesce piace, e un buon marito non gliene deve far mai mancare alla mogliettina. Io alla mia quasi tutti i giorni le porto quello del lago ma sai com'è, sempre lo stesso pesce alla fine stufa, così a volte le faccio apprezzare anche quello non di lago. Poi una donna deve essere brava anche lei a cucinare in modo diverso lo stesso prodotto. La patata per esempio...è buona la patata, a me piace tantissimo, e a te?... Ridi eh, birbante?.. Ti piace, ti piace! Beh anche la patata dell'orto se vuoi che non stufi devi mangiarla una volta arrostita, una volta fritta, una volta lessa, a volte in purè, altre volte nella minestra, o ci fai gli gnocchi...insomma come l'altra patata alla quale tu ora stai pensando, non è che la usi sempre allo stesso modo...Più uso diversificato ne fai, meno ti annoia, anzi, più ti gusta, ti diverte...viva la patata. Domattina andiamo in barca e domani sera faremo pesce e patate...uhm...viva il pesce e viva la patata”
Ho capito subito che non è tipo da fare discorsi seri su questioni serie, che è amante dei sottintesi e delle allusioni, amante della sessualità, del buon umore e, diciamolo pure, anche di una volgarità soft, di quella tipica delle persone semplici e schiette che in certi ambienti, come poteva essere la casa sul lago, risulta divertente, in altri ambienti della modernizzata società, metterebbe in imbarazzo molti. Me certamente. Credo che lavori con una nota società che eroga servizi in un ruolo di rispettabile livello, ma è evidente che gli è rimasto dentro l'animo bucolico da montanaro, da contadino schietto, genuino, simpaticamente grezzo.

Il giorno dopo, quando davvero sono andato sul lago, in barca, con lui, a pescare, quando ancora doveva fare giorno, mi ha parlato della sua attrazione per le donne usando termini che sulla bocca di altri sarebbero apparsi grevi, sulla sua erano divertenti, a volte anche vagamente poetiche. Faccio degli esempi: “La tale - mi disse - aveva due pocce così, di quelli che hanno bisogno di reggiseni con taglia di numero grande , ma seni veri non rifatti da questi “tira-pelle” di oggi che fanno le donne simili alle bambole di plastica gonfiabili: pocce vere, di quelle che hanno allattato figli, che se ci metti le dita sopra le senti che son soffici, che le dita affondano, e se ci metti il coso in mezzo per farti fare una spagnoletta, le senti col cazzo che sono seni veri e non pelle imbottita di silicone”. Oppure “Tu sei mai stato a Napoli? Lo hai mai visto com'è fatto un mandolino? Beh la tale della quale ti sto parlando io, proprio a mandolino ce l'aveva il culo, ma di forma mica di grandezza. Aveva due pacche che erano meglio di due guanciali sai. Oh, che ti devo dire? A me il grasso non mi piace, ma la femmina pelle e ossa mi smuove a compassione, mica mi fa drizzare l'uccello. Il grasso no, ma la carne ci deve stare quando stringi una femmina; il vuoto lo devi cercare col bastoncello tuo per riempirlo, non è che lo devi sentire con la pancia il vuoto, perché stringendo non trovi niente o quasi davanti a te, e poi: vuoi mettere due pocce che ti premono sul petto o due ossa che sbattono con le costole? Ci vuole sostanza. Il giusto. Non il lardo, la carne. Il culo deve essere culo non pellacchia vuota, i fianchi si devono sentire senza farti male, ci sono certe secche che hanno le ossa sporgenti ...e che cerco i poggia gomiti io?”
Mi stava facendo sorridere , divertendomi con questo suo linguaggio colorito, quando mi ha spiazzato mettendomi in forte imbarazzo, facendomi anche un poco arrabbiare perché dalle tante “tali” è passata all'improvviso a parlare di mia moglie “Tu pure la sai lunga in fatto di donne - ha cominciato a dire – e si vede dalla donna che ti sei scelto. Te lo dico da intenditore, tua moglie è proprio una gran gnocca. Guarda: pure a far caso al come si muove quando sta ferma, fa venire voglia di farla stare ferma quando si muove. Che ne so! Ci ha un modo di guardare che fa ribollire il sangue nelle vene, e una bocca che solo a guardarla fa venire desideri strani. Beato te che te la porti a letto quando vuoi. “
Non ero preparato a frasi come queste.
Non perché lo pensavo davvero, né con l'intenzione di fare un complimento indiretto alla moglie, ma solo per il gusto di far sentire a disagio pure lui, dopo averci pensato un attimo, gli ho detto: “Guarda che gli occhi li ho pure io ed ho visto bene anche com'è fatta la tua di moglie. Non mi pare che tu sia meno fortunato da me. Anche tua moglie, se permetti, suscita particolari desideri quando la si guarda”.
L'ho guardato: il giorno era ormai chiaro abbastanza da poterlo vedere bene, ed ho cercato in lui segni di disagio, di imbarazzo. Non ne ho trovati. Al contrario, la sua faccia è sembrata illuminarsi quando sorridendo ha detto “Dimmi che lo pensi davvero!”
“Certo che lo penso”
“Grandioso! Speravo proprio che Anita ti piacesse sai. Come ti dicevo ieri sera, qui è facile annoiarsi ma conoscendoci un poco meglio si possono fare cose che non lasciano spazio alla noia. Se Anita ti piace come tua moglie piace a me abbiamo fatto già un bel tratto di strada secondo me”

E no. Non stavo più al gioco. Sono stato serio ed è stato duro il mio tono di voce nel dirgli “Solo che hai preso la direzione sbagliata e credo sia giunto il momento di chiarire alcuni punti perché ho l'impressione che qui si stia molto equivocando”

Come se avessi detto esattamente il contrario di quello che volevo dire, lui ha ribattuto:”Perfetto! Lo sapevo io che tra uomini ci si capisce al volo. E' quello che dico sempre io: le cose vanno chiamate con il loro nome e le questioni si affrontano di petto e non girandoci attorno. Secondo me gli equivoci nascono sempre dal parlare per allusioni, invece, come dici tu, facendo chiarezza sui punti essenziali si arriva sempre al capirsi. La penso proprio come te. Non bisogna equivocare né fingere di scherzare: la mia proposta è seria e vale anche per Anita ovviamente, non mi muovo mai se lei non è d'accordo con me. A me, anzi a noi due, me ed Anita intendo, non solo non dispiacerebbe affatto fare,... come dire?... La coppia moderna se così si può dire,... con te e tua moglie, ma ci farebbe proprio piacere. Tu ad Anita ovviamente piaci, questo lo so. L'unico inghippo potrei essere io. So di essere il più vecchio di tutti, ho già cinquantadue anni io, sai. Tu quanti ne hai, una decina meno di me credo, ah ...solo otto?..però..ti facevo più giovane. Però tua moglie è più giovane... ah , vedi? Lei davvero ha dieci anni meno di me, undici dici? Beh.., si, è proprio la più giovane, Anita invece ha quasi l'età tua sai, ha solo quarantasei anni, due soltanto più di te, neanche li dimostra, dai...non è che ci rimetti con lei. Tutta la questione ora sta nel vedere se tua moglie mi accetta o no, e questo devi sondarlo tu...”
“Ma sei lucido o vaneggi? Ti rendi conto di quello che stai dicendo'”
“Certo che sì. Non avevamo appena detto di parlarci chiaro per evitare equivoci e fraintesi? Più chiaro di così non posso essere, a me piacerebbe molto fare qualche giochino diversivo, tipo scambio di coppia o anche ammucchiatella generale. Anita ci sta, tu presumo che sei d'accordo altrimenti non staremmo qui a parlarne, L'unica da sentire è tua moglie Laura. Se sta bene anche a lei è fatta, vivremo giorni grandiosi in questi giorni … Oh, per me , male che vada, anche una cosina a tre, io, tu ed Anita, andrebbe bene, ma se si può fare di più e di meglio, perché mettere paletti limitanti?”
“Credo che non ci saranno altri giorni, appena torniamo al borgo parlo con Laura e probabilmente partiremo subito. Non siamo venuti qui per vivere esperienze strane, non è nell'ordine delle nostre idee”
Andrea ha sorriso in maniera sorniona, mi ha guardato con occhi furbeschi ma non ha parlato. Neanche io. Dopo molti minuti mi ha chiesto “Ci stai pensando su?”
Non gli ho risposto. Lui remava per riportare la barca a riva, il sole era già alto e i suoi riflessi sull'acqua a volte abbagliavano. Dopo altro silenzio, con voce quasi paternale ha detto “Lo so cosa stai provando sai. Ci sono passato anch'io tanti anni fa. Si vede che vieni dalla grande città ma sei rimasto all'antica più di questo borgo di montagna. A te non scoccia l'idea di vivere qualcosa di diverso dal solito, anzi sotto sotto l'idea ti stuzzica pure ma se riguardasse solo te, perché tu le faresti le follie di queste e di altro genere, tutti gli uomini sono disposti a farle. Il tuo problema è quello di chi la pensa ancora all'antica e cioè che all'uomo tutto è concesso ma alla donna no, alla propria donna poi assolutamente no, anzi: guai a chi me la tocca, guai a chi me la guarda... E' così? E' cosi! Se io ti avessi detto di voler andare con un altra donna, una qualsiasi, tu ora staresti ancora ad ascoltarmi, sorrideresti se io ti dicessi cosa le farei e come glie lo farei, forse ti ecciteresti pure e per me sentiresti solo simpatia, invece , lo so, ora quasi mi odi, solo perché sono stato onesto e sincero con te dicendoti la verità, che tua moglie è bona e che me la scoperei volentieri, senza farti torto ma ricambiandoti lasciando che Anita venga con te, visto che a mia moglie questo non dispiacerebbe, su questo non ci piove, lo so per certo. Allora dov'è il problema? Che dovrei essere come te ora e proibire a mia moglie di desiderare un uomo come te? Più giovane di me? Impedirle di soddisfare questa sua voglia? Perché? Per farla soffrire e farle immaginare che tu sia un principe azzurro inafferrabile? Farti diventare un mito per lei? No! Non sono mica fesso io! Che provi pure e che verifichi di persona che in fondo in fondo anche chi è più giovane, chi viene dalla disinibita grande città, quelli come te insomma, non sono altro che uomini come me, forse anche meno fantasiosi. Ecco: io la lascio fare e lei più prova gli altri più apprezza me. Lo so perché quando succede,... non spesso ma lo facciamo succedere di tanto in tanto con coppie o singole persone che ci piacciono davvero,...beh dicevo...dopo che succede io sento mia moglie più mia, non quello che immagini tu. Comunque prima che approdiamo a riva, veniamo al dunque: la mia non era una proposta per un baratto, anche perché se tua moglie vuole rifiutarmi dovrebbe essere lei a deciderlo e non tu. Io ho parlato con te per dirti che ad Anita tu piaci, che non siamo abituati ad andare con altri singolarmente perciò mia moglie, ne sono certo, gradirebbe la mia presenza, con o senza partecipazione, questo puoi sceglierlo tu, perciò la prima proposta è: vuoi scopare con Anita? Puoi, anzi le farebbe e mi farebbe piacere. Io però voglio essere presente perché so che mia moglie lo desidera, e sono disposto anche solo a guardarvi, ma se potessi partecipare sarebbe meglio. Valuta questa prima proposta concreta, realizzabile ma, secondo me, egoistica da parte tua perché terresti fuori dal gioco tua moglie e questo secondo me, scusa la schiettezza, non sarebbe moralità ma tradimento vero e proprio...però sei tu che decidi. Altra offerta che però deve essere valutata anche da tua moglie e a me pare opportuno che sia tu a prospettargliela è la prima che ti ho fatta: scambiamoci le mogli in un libero incontro a quattro se vogliamo vederci insieme, come ad Anita piacerebbe o in stanze separate se a te o a Laura dovesse piacere di più. Terza ed ultima offerta: facciamo finta che non ci siamo detto niente e lasciamo le cose come stanno. Sarebbe, mi pare di capire, la soluzione migliore in questo momento per te, ma credimi è decisamente la peggiore: staresti a ripensare per chissà quanto tempo a quello che avresti potuto vivere in questi giorni e per tua scelta avresti rinunciato a vivere. Non solo vivresti di rammarico ma finiresti con andare a cercare avventure simili chissà dove, chissà con che genere di persone... Pensaci, senza fretta. Finché non partite io aspetto”

Maledetto montanaro psicologo per istinto! Mi aveva messo K.O., nel senso che mi ha obbligato davvero a pensare. Non avevo nessuna idea chiara, né precisa, ma molte idee confuse e molti sentimenti confusi. In me sentivo l'amore e la possessività per Laura percependo che i due sentimenti non possono convivere ed incapace di stabilire quale dei due predominava sull'altro. La tentazione tutt'altro che flebile di tener conto dell'informazione avuta circa la disponibilità della piacente Anita, mista al desiderio di restare fedele a Laura e, però, con quella possibilità di trovare una specie di compromesso proprio nell'assurda proposta di Andrea che invece mi scandalizzava.
Mi scandalizzava davvero?
Volevo dire di sì a me stesso, ma non ci riuscivo perché credevo che a sconcertarmi non fosse la proposta in se ma il fatto che nel pacchetto rientrava anche Laura, la quale davvero in quel momento era “cosa mia, inguardabile, indesiderabile, intoccabile” da altri.
Allora aveva ragione Andrea? Io sono più antico del borgo sul lago?
Non mi davo nessuna risposta, non sarei stato capace di darmele, ero sepolto da mille domande e tacevo.
Avevamo già tirato la barca a riva e scaricati gli attrezzi ed i pesci pescati, stavamo risalendo il ripido sentiero a gradoni che dal lago portava alla casa, davanti alla porta c'erano Laura ed Anita che parlavano affabilmente tra loro. Non avevo ancora deciso se raccontarle qualcosa, tutto o nulla degli strani discorsi di Andrea. Né avevo deciso se proporle di ripartire inventando una scusa o dicendole la verità, oppure di restare.
Mi serviva tempo. Dovevo pensare ancora. Per questo mi fece quasi piacere sentire Laura dirmi: “Vi stavamo aspettando. Io ed Anita vorremmo arrivare in paese per fare delle piccole compere”.
Per un attimo ho temuto che dicesse anche “Vi va di venire con noi?”, invece mi ha semplicemente detto “Se a te non serve prendo la nostra macchina così faccio anche rifornimento di carburante, era quasi in riserva quando siamo arrivati e Anita dice che in paese c'è anche un distributore”.
Con la nostra auto le due donne sono partite per il vicino paesello. Andrea mi ha fissato, ha sorriso sornione e poi dice: “Secondo me era meglio che parlassi tu della questione con tua moglie, ma se Anita l'ha portata in paese sono certo che ha deciso di parlarci lei. Buon per te: ti troverai il lavoro più difficile già fatto...e poi ammettiamolo, le donne tra loro sanno capirsi meglio”
Il lavoro già fatto?
Voleva dire che io ormai non avevo più alcuna possibilità di scelta? Che Laura avrebbe scelto anche per me?
Andrea, al mio fianco, ha sorriso dicendo: “Il desiderio di ogni uomo è ottenere ciò che intimamente desidera senza fare alcuno sforzo per ottenerlo. Anzi di più: poter dire a se stesso di non averle né cercate, né volute certe situazioni ma di essercisi trovato dentro quasi controvoglia, quasi costretto dalle circostanze. In pratica trovarsi il piatto preferito, pronto sul tavolo senza aver dovuto fare neanche la fatica di sceglierlo da un menù”
L'ho guardato. Sorrideva ancora. Ha aggiunto: “Sii sincero, tu non sai proprio cucinare né pesce, né patate, ma ti piace gustarli entrambi. Pensa che fortuna hai avuto: non solo non li devi cucinare tu, ma neanche devi fare la fatica di sceglierli da una lista, stai per trovarti servito sul tavolo il piatto che non hai mai osato chiedere senza fare nessuna fatica. E' comodo, vero, trovarsi il piatto pronto?”
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Non so come spiegarmi il fatto che Andrea con queste parole ha fatto traslocare il mio modo di “essere e di sentire” in tutt'altro modo di vedere le cose e la situazione, ponendomi non in un altro punto di vista, ma quasi su un altro pianeta.
Quasi per magia tutto ciò che qualche ora prima neanche immaginavo, che fino a qualche minuto prima mi aveva scandalizzato e mi faceva paura, all'improvviso mi è sembrato “bello”, “desiderabile” e il mio imbarazzo è diventato eccitazione, il mio scandalizzarmi è diventato desiderio.
Non ho detto nulla. Non ho avuto nulla da dire, ho solo molto sperato, molto sognato.
Sperato che davvero le due donne tornassero dal paese con “il piatto già preparato”, nel senso che Anita nel frattempo avesse parlando a Laura delle cose che Andrea aveva già proposto a me e che mia moglie non avesse reagito come me. Fortemente ho sperato che lei avesse meno tabù di me, che avesse valutato le proposte di Anita, che non le avesse rifiutate.
Andrea aveva ragione: a ben pensarci a me piacevano e come certe trasgressioni, ancora non sapevo di preciso quali , ma sentivo che l'uscire dalle regole mi sarebbe piaciuto. Era il coraggio di osare che mi era mancato, che mi mancava.
Ho capito di colpo che non era Andrea né la sua disinvoltura da biasimare ma ero io che, io che, che..., che davanti ad un piatto pronto avevo negato di avere appetito.
Certo che se ora le stesse cose me le avesse proposte Laura mi sarei comportato in modo diverso.
Finalmente mi sentivo pronto. Psicologicamente pronto ma concretamente impreparato, tanto che ho chiesto ad Andrea: “Ma tu e tua moglie come avete deciso di fare queste cose la prima volta?”
Risposta immediata “Perché ci è capitata l'occasione giusta, l'abbiamo colta al volo, ci è piaciuto e...”. Mi ha battuto una mano sulla spalla e mi ha detto: “carpe diem, giovanotto, carpe diem”.

Contrariamente a quanto sperato, al ritorno dal paese Laura non mi ha riferito di nessuna proposta particolare ricevuta da Anita. Entrambe le donne erano serene allegrotte, ma questo non era una novità: Laura era stata serena sempre, da quando eravamo partiti per le vacanze e l'intesa amichevole con Anita era stata immediata; sempre le avevo viste gioiose.
Che strano! Io che mi ero sentito a disagio nel ricevere certe proposte da Andrea, come se fossero cose dell'altro mondo da non fare assolutamente, di colpo mi stavo rattristando perché quelle stesse cose, che mi erano sembrate ormai a portata di mano, forse rischiavano di non succedere più.
Andrea, non so se per caso o volontariamente, dopo aver parlato con la moglie mi ha detto “Ehi tu, le donne oggi vorrebbero fare una grigliata, vieni di sotto con me ed aiutami a prendere un poco di legna”. Ha sorriso con malizia e aggiunto: “Collabora un poco pure tu se vuoi partecipare al pranzo collettivo”
Forse lui parlava del pranzo vero e proprio, forse- come nel suo stile- alludeva ad altro. Non potevo restare nel dubbio. Glielo chiesi “Sai se andando in paese, le due donne hanno parlato di quella certa cosa, tra loro?”
Mi ha dato una gomitata e mi ha detto “Secondo te hanno aspettato di andare in paese, per farlo? Secondo me quelle se la intendono già tra loro due ed aspettano solo che noi pure scendiamo in campo, se vogliamo. Tu che intenzioni hai? Io mi lancio...”
“Non capisco, che vuoi dire?”
“Che dormi troppo. Sai come si dice qui al lago? Che pescatore che ama dormire non prende molto pesce. Tu lo vuoi il pesce?...Se stai ancora a pensarci intanto a tua moglie glielo darò io..” e giù con un altra gomitata.
Ipocritamente sorrisi, solo per nascondere quel maledetto imbarazzo che continuava ad impossessarsi di me.
Io feci presto a mettere della legna in un canestro e feci per riportarlo di sopra, verso la casa. Andrea mi ha bloccato dicendomi: “Dai tempo al tempo, almeno il minimo necessario. Ah voi giovinastri! O siete frenati troppo o partite a briglia troppo sciolta: ci vuole il ritmo giusto nella vita, sai”
Non ho capito il senso di quelle parole, né perché dopo avermi trattenuto, dopo qualche minuto mi disse “Ora possiamo andare e...mi raccomando.. comportati come si deve”
Ho capito ancora meno ma ho collaborato con lui portando uno dei due manici del contenitore di vimini ricolmo di legna, l'altro lo impugnava Andrea.
In genere non si vede bene entrando in una stanza in penombra da un esterno assolato, invece fu proprio entrando in casa, nella grande cucina dell'appartamento occupato dai padroni di casa, che il senso delle parole di Andrea mi furono tutte molto chiare: Laura era davanti al tavolo, dando le spalle di tre quarti alla porta d'ingresso; stava staccando (o fingendo di staccare) delle foglie da un cespo di sedano, o comunque aveva tra le mani il sedano.
Anita stava dietro di lei, aggrappata a lei, con le braccia sotto quelle di Laura e le mani che palpeggiavano i seni di mia moglie; le stava sbaciucchiando anche il collo e Laura aveva il volto sollevato, come se guardasse il soffitto, e leggermente girato, sia per lasciarsi baciare il collo ma anche quasi a chiederne uno anche sulla bocca. Solo un cieco non avrebbe notato che spingeva in dietro, verso Anita, il sedere, e in avanti il petto, quasi a voler gonfiare il seno.
Andrea mi fece segno col dito di tacere e si chinò leggermente per invitarmi gestualmente a porre sul pavimento la cesta di legna, senza far rumore. Per quanto avessimo potuto fare piano, anche il solo oscurarsi del vano porta al nostro passaggio, certamente aveva segnalato il nostro arrivo, ma le donne ci ignorarono e noi restammo a guardarle.
Laura, lasciato il sedano sul tavolo, portò all'indietro le sue braccia per afferrare i fianchi di Anita e tirarla a se, mentre le si spingeva sempre più contro. Anita lasciò il palpeggiare i seni di Laura per portare le mani sotto la gonna di mia moglie. Ho visto bene la gonna muoversi e rivelare la risalita di quelle mani lungo le cosce. Ancora più lampante fu il girarsi improvviso di Laura per porsi faccia a faccia con la padrona di casa e come se le attraessero due potenti calamite ripresero a baciarsi con foga sulle bocche.
Con la coda dell'occhio ho visto al mio fianco Andrea palpeggiarsi il membro. Ho sentito il mio cazzo , fattosi duro, stare scomodo negli slip ed ho dovuto toccarmi anche io.
Sempre indifferenti alla nostra presenza, laggiù, in fondo al cucinone, Anita aveva sospinto Laura all'indietro, verso il tavolo. Mia moglie, poggiata i glutei sul tavolo, si era lasciata andare all'indietro, anche con le spalle, aveva sollevato le gambe e le aveva sforbiciate per consentire ad Anita di sfilarle le mutandine. Poi Anita ha affondato la faccia tra le cosce divaricate di mia moglie, poggiate con i talloni al tavolo e tenute con le ginocchia in alto, mentre, slacciatasi la camicetta si paleggiava da sola il seno.
Al mio fianco Andrea aveva già sfoderato il suo uccello, uno sventolone di tutto rispetto sul quale non ho potuto fare a meno di dedicare un prolungato ad ammirato sguardo.
D'istinto, non so come e quando, avevo già tirato fuori anche il mio che, a voler essere sinceri non è che sfigurasse molto al confronto con quello di Andrea, anzi! Se lui me lo fissava leccandosi le labbra evidentemente non sfigurava affatto. Andrea mi ha fatto un cenno con gli occhi come a dire gestualmente” Avanziamo? Ci uniamo alle nostre donne?
Ho sorriso. Ho mosso il primo passo. Andrea pur muovendosi dopo è stato più lesto di me, ma non per giungere alle donne, ma per sbarrarmi la strada. Con una voce simile ad un sussurro, molto diversa da quella forte e sicura con cui parlava di solito, mi ha detto”giochiamo un poco anche noi come loro” e mi ha afferrato l'uccello per porlo sul suo, stringerli insieme in entrambe le sue mani che mosse come a voler eseguir una doppia masturbazione, mentre ha allungato il collo per cercare anche lui di baciarmi.
Dal tavolo la voce decisa di Anita “Ehi, galletti, allora noi che ci stiamo a fare qui? Le belle statuine? Fatevi sotto che è giunta l'ora.”
Andrea , ha lasciato i due cazzi, mi ha dato una manata sulla spalla e mi ha detto “Andiamo, il piatto è pronto”
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